Un passo dall’inferno – Federico Bianchetti

Pubblicato il 11 Aprile 2017

“UN PASSO DALL’INFERNO”
racconto di Federico Bianchetti, 1A GRAFICO COMMERCIALE

 

«I sogni possono dire molto di te; ogni tuo pensiero a cui neanche fai caso, ogni tua idea o desiderio puoi riviverla in un sogno».
Mi rimbombavano nella testa queste parole, le sue parole, quelle di mio nonno che era ormai da tanto se ne era andato. Forse una delle perdite peggiori della mia vita. Non passava giorno, dalla sua morte, che non pensavo a lui e mi faceva star male, molto male.
Mi rivolsi a psicologi, a dottori; presi farmaci, ma niente. La mia famiglia, in particolare mio padre, nonché suo figlio, aveva già accettato la sua morte, ma più il tempo passava più in me aumentava la voglia di rivederlo. Sarei stato disposto a tutto pur di soddisfare il mio desiderio.
Ed è proprio qui che sbagliai. Da qui partì tutto ciò che non mi sarei mai aspettato.
Prima mi recai da un prete (con la chiesa era da un po’ che non avevo più niente a che fare). Dicono solo cavolate quelli. Poi da un investigatore dell’occulto a cui diedi soldi senza alcun risultato.
Decisi così di consultare una medium, tal Mylena, vestito rosso, capelli lunghi e ricci, sguardo serio ed inquietante. Mi accolse nella sua “umile dimora” piena di oggetti magici e superstiziosi. Al centro del tavolo un’ assicella di legno con inciso l’alfabeto. Ma fu la scritta “ouija” a farmi drizzare i capelli. Ne avevo sentito parlare…e non avevo nessuna intenzione di usarla.
Preso un po’ dalla paura, un po’ dalla paranoia, cercai di uscire, di scappare, ma una voce assolutamente ultraterrena uscì dalla bocca dalla medium e pronunciò le seguenti parole:«Non avevi detto che avresti fatto qualunque cosa pur di rivedermi?».
Ero preso dal terrore e allo stesso tempo stupefatto: come faceva lei a sapere cosa avevo in mente dal momento che non avevo ancora aperto bocca?  Uscii correndo come non mai con le lacrime agli occhi. Andai a casa, entrai in camera mia e non uscii per tutto il giorno.
Ma tornai due giorni dopo: bussai alla porta, mi aprì una signora vestita di nero. Entrai, la porta si chiuse di colpo; la signora era sparita…un lago di sangue nella stanza portava al corpo di Mylena.
La confusione mi stava divorando:« Cos’è successo qui?» continuavo a chiedermi. Iniziai a gridare:«Aiuto!» e a chiamare la signora che mi aveva aperto la porta, ma invano. Provai ad uscire…porta bloccata. Iniziavo ad avere la netta sensazione di essere dentro ad un film ”horror” e continuavo a tirare pugni sulla porta sperando di sfondarla, ma niente: non voleva saperne di aprirsi.
P
resi coraggio e salii al piano di sopra cercando finestre o qualcosa per uscire. Superate le scale trovai la signora girata di spalle che guardava la finestra. Mi avvicinai. La mia mente era precipitata in un tunnel di ansia e orrore. Stavo iniziando a pentirmi di aver provato a solcare il limite della vita per trovare mio nonno.
Ma continuai ad avvicinarmi. Il cuore batteva troppo forte e il petto stava per esplodere. Più mi avvicinavo, più udivo la strana signora borbottare cose incomprensibili. Poi lei si girò di scatto e quella che sembrava una signora si tirò giù il cappuccio. Sotto quella veste nera c’era lui: mio nonno. Iniziai a piangere e senza pensarci gli saltai addosso abbracciandolo come avrei sempre voluto. Ma bastò guardarlo bene negli occhi per capire che quello che stavo abbracciando non era propriamente lui…I suoi occhi erano completamente neri senza nessuno spazio bianco. Mi allontanai piano terrorizzato sotto il suo sguardo privo di emozioni, provai a correre, ma quello che vidi fu agghiacciante. C’erano altri cinque “mio nonno” che mi accerchiavano e senza camminare scomparivano e riapparivano sempre più vicino a me. A quel punto iniziai ad urlare, caddi in una sorta di attacco di panico e tutto divenne nero.
Riaprii gli occhi. Mi trovavo in un letto di ospedale e sentii la voce di mia madre che gridava di gioia. Mi tornò in mente la frase di mio nonno: «I sogni possono dire molto di te; ogni tuo pensiero a cui neanche fai caso, ogni tua idea o desiderio, puoi riviverla in sogno»…o in questo caso…in coma.